Chi vince e chi perde nell’accordo tra il governo e Autostrade? La verità è che ci sono ancora troppe domande senza una risposta.
Dopo l’accordo tra Autostrade e il governo resta una domanda ancora senza risposta: chi ha vinto e chi ha perso?
Stando alle dichiarazioni del day after hanno vinto tutti. Il premier Conte parla della vittoria dello Stato. Il Movimento 5 Stelle che voleva la revoca esulta per il passo indietro dei Benetton. Italia Viva, che spingeva per un accordo, esulta per il risultato raggiunto, così come il Pd, più flessibile dei renziani. Sorridono anche i Benetton in realtà, che si godono la giornata d’oro di Atlantia in Borsa.
Accordo tra governo e Autostrade, Conte salva l’esecutivo
Il Presidente Conte rientra nella lista dei vincitori. Il dossier Autostrade rischiava di far cadere il governo o comunque di indebolirlo in maniera significativa. Il premier ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e nella peggiore delle ipotesi le tensioni si risolveranno con un rimpasto.
Il Movimento 5 Stelle rivendica la vittoria
Anche il Movimento 5 Stelle rivendica la vittoria. I pentastellati hanno combattuto per due anni per la revoca delle concessioni ad Autostrade. Alla fine hanno ottenuto l’uscita di scena dei Benetton, che perdono il controllo di Aspi e il posto in Consiglio di Amministrazione.
I Benetton fanno un passo indietro (ma fanno cassa)
Ma per capire in effetti chi abbia vinto bisognerà comprendere un dato fondamentale dell’operazione. Quanto costeranno le azioni messe sul mercato? I Benetton, alla fine della storia, potrebbero incassare tra i 3 e i 6 miliardi. E a quel punto finirebbero di diritto nella lista dei vincitori. Anche se i soldi non potranno andare tra i dividendi, Atlantia si ritroverà con fondi da investire in nuove operazioni che potrebbero portare a un guadagno. Ma siamo nel campo delle ipotesi. Inoltre resta da capire chi dovrà farsi carico del debito della società, che secondo stime attendibili si aggirerebbe intorno ai dieci miliardi di euro.
Troppe domande ancora senza risposta
La verità è un annuncio non basta per poter fare un bilancio coerente e corretto della situazione. Ci sono ancora troppi punti interrogativi senza una risposta. Tradotto, per fare un bilancio bisognerà attendere che alle parole seguano i fatti. La consapevolezza è che i tempi dell’operazione saranno lunghi.